Call for Abstracts - Vol. 3, num. 6, dicembre 2022

 

Ambienti di apprendimento innovativi. Ripensare gli spazi della scuola tra pedagogia, architettura e design

Il dibattito accademico affronta da ormai più di due decenni il tema dell’innovazione in ambito educativo, ovvero dei cambiamenti orientati a migliorare i risultati sia in termini di performance educative, sia in termini di benessere degli studenti, dei docenti, dei dirigenti, dei genitori e di tutti gli stakeholder che ruotano intorno al mondo della scuola. La ricerca sulle architetture scolastiche si occupa della dimensione dell’ambiente di apprendimento, come luogo fisico e delle modalità con cui il ripensamento del setting formativo può essere la leva con cui l’innovazione, nelle sue diverse dimensioni può essere generata, condivisa e diffusa.

Il ruolo delle architetture scolastiche come leva per promuovere l’innovazione e il miglioramento del sistema scolastico è entrato nel dibattito internazionale anche grazie all’azione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che ha focalizzato la sua attenzione nell’ultimo decennio sul rapporto tra ambienti scolastici e processi di apprendimento, mettendo in evidenza l’importanza di considerare il paradigma pedagogico-didattico al centro dell’analisi e della progettazione degli ambienti della scuola.

Anche gli istituti internazionali che elargiscono finanziamenti per le architetture scolastiche ai diversi paesi europei hanno iniziato ad adottare protocolli e strumenti per l’analisi di costi e benefici in un’ottica innovativa rispetto al passato, con l’obiettivo di verificare che gli investimenti in nuove scuole non siano impiegati solo per l’ammodernamento tecnologico ed energetico del patrimonio edilizio, ma anche per realizzare ambienti di apprendimento in grado di promuovere metodologie di insegnamento più moderne ed efficaci.

In un recente documento elaborato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che evidenzia le aree di intervento più importanti per l’edilizia scolastica si sottolinea la necessità di considerare i cambiamenti delle esigenze didattiche e pedagogiche evidenziando come “le evoluzioni in atto impongono il ripensamento dell’organizzazione degli spazi. In quest’ottica, gli interventi edilizi dovrebbero essere orientati alla predisposizione di ambienti di apprendimento flessibili e polifunzionali…” (2021).  Questa esigenza è ancora più urgente se si guardano la natura, le caratteristiche e le carenze del patrimonio edilizio italiano, ben evidenziate dal Rapporto sull’Edilizia Scolastica della Fondazione Giovanni Agnelli (2019), caratterizzato per più del 50% del totale da edifici costruiti prima del 1975.  In tale quadro si stanno moltiplicando iniziative volte a raccogliere i trend che emergono dalla cooperazione internazionale (OCSE) e segnali che vengono dagli stessi enti finanziatori (CEB, CDP) per fornire indicazioni a progettisti ed enti locali. Le Direttive per l’edilizia scolastica della provincia autonoma di Bolzano (2009), le Linee guida per le scuole della Regione Emilia Romagna (2021), il Manifesto di Milano per l’innovazione didattica degli ambienti educativi (2020), sono alcuni esempi di azioni volte a fornire un orientamento ad amministratori e progettisti per utilizzare gli investimenti in architetture scolastiche come leva per promuovere il miglioramento del sistema scolastico.

A livello nazionale le «Nuove linee guida per l’edilizia scolastica» pubblicate dal MIUR nel 2013 hanno promosso una nuova idea di scuola, in cui al modello con aule e corridoi si sostituisce un sistema di spazi complementari e sinergici, per formare un ambiente integrato che favorisce l’apprendimento e la socializzazione in tutta la scuola.

Anche il Manifesto “1+4 spazi educativi per il nuovo millennio” elaborato da Indire sviluppa l’idea di una scuola in cui si apprende ovunque e in cui spazi funzionali sono declinati e si integrano in base a una visione pedagogica auspicabilmente condivisa attraverso un percorso di partecipazione. Questo incontro tra architettura e pedagogia è il tema centrale di una parte della ricerca prodotta negli ultimi anni attorno all’idea di una architettura scolastica innovativa frutto di un dialogo interdisciplinare, in cui la componente pedagogica ha un ruolo centrale nel definire bisogni e orientamenti.

Il percorso di innovazione scolastica presenta una duplice sfida progettuale. Da un lato, insieme ad una riorganizzazione dell’aula in ambiente flessibile è necessario individuare nuovi scenari didattici a partire dagli spazi apparentemente banali e strettamente funzionali come l’ingresso, il corridoio, il guardaroba, la scala, la terrazza, il cortile, ecc. (Attia, 2013). Si tratta di analizzare gli spazi intermedi nelle strutture scolastiche come luoghi di ricerca e sperimentazione, sia dal punto di vista dell’architetto progettista, sia da quello dell’insegnante/educatore al fine di aprire nuovi orizzonti oltre i confini dell’aula. Questi spazi hanno le peculiarità di ampliare e arricchire la classe, per promuovere un apprendimento maggiormente orientato al lavoro collaborativo e personalizzato, basato su problemi reali e con l’introduzione di attività di apprendimento informale. L’ampliamento dei luoghi della didattica appare ancora più attuale durante la pandemia da Covid-19 che ha portato le scuole a rispondere alle necessità di distanziamento utilizzando sia gli ambienti interni, sia quelli esterni.

Questo concetto di spazio scolastico orientato ad una ricchezza degli spazi funzionali, formali e informali, interni ed esterni deve necessariamente basarsi su una visione pedagogica condivisa, in modo da trasformare l’edificio scolastico in un'architettura per l'apprendimento in cui la qualità delle relazioni educative e il benessere siano al centro (Huges et al. 2019). 

Qui si presenta la seconda sfida. Per avviare un progetto di architettura scolastica che porti ad una reale innovazione in termini di organizzazione e pedagogia bisogna mettere insieme tutte le anime che compongono un sistema complesso in modo da iniziare un percorso condiviso fin dall’inizio. La comunità scolastica, ovvero l’anima pedagogica, assume un ruolo importante, sia in fase di progettazione, sia nelle fasi successive al fine di essere accompagnata ad un uso consapevole degli spazi orientato all’innovazione. Raggiungere tale obiettivo non è semplice e richiede un approccio interdisciplinare tra pedagogia, architettura e design che metta in relazione diversi campi, culture e prospettive, una sorta di laboratorio dinamico nel quale potranno prendere vita i luoghi dell'educazione del futuro. 

Obiettivo della presente call for paper è di raccogliere contributi provenienti dai vari settori scientifici elencati sopra, che siano in grado di rispondere a queste sfide e traccino piste teoriche e pratiche affinché gli investimenti sul rinnovamento delle architetture scolastiche siano il volano per una reale trasformazione della scuola. 

Verranno, dunque, accolti contributi specificatamente orientati ad approfondire una delle seguenti tematiche.

  1. Ripensare edifici scolastici esistenti
  2. Spazi educativi e benessere
  3. Spazi educativi e inclusione
  4. Spazi educativi e tecnologie digitali
  5. Spazi educativi e processi di apprendimento
  6. Spazio fisico e spazio virtuale: ibridazione di ambienti
  7. Il ruolo degli arredi nell'allestimento di setting educativi
  8. Scuole e interior design (designer di interni…)
  9. Spazi comuni, ambienti informali e biblioteche scolastiche
  10. Spazi esterni di pertinenza della scuola: il cortile, il giardino, i terrazzi
  11. Progettazione partecipata
  12. Architetture scolastiche, urbanistica e territorio
  13. Spazi scolastici post-covid

IUL Research accetta contributi in italiano e/o inglese che rientrino in una delle seguenti tipologie: ·

  • Research papers: contributi di natura scientifica che comprendano una letteratura di riferimento, una dichiarazione del problema, l’indicazione delle domande di ricerca, la descrizione della metodologia, la presentazione dei risultati della ricerca e la relativa discussione. Lunghezza massima: 6000 parole.
  • Reflection papers: contributi teorici o commenti di approfondimento su una delle tematiche previste dalla call. Lunghezza massima: 5000 parole.
  • Systematic review: revisione esaustiva dei principali riferimenti bibliografici disponibili in relazione a una delle tematiche previste dalla call. Lunghezza massima: 8000 parole.
  • Voices from the field: descrizione di esempi e casi di studio particolarmente rilevanti circa un particolare ambito di sperimentazione. Lunghezza massima: 4500 parole.

Curatori: Raffaella Carro, Alastair Blyth

Per l’invio dell’Abstract si prega di seguire le indicazioni a partire dal seguente link: https://iulresearch.iuline.it/index.php/IUL-RES/about/submissions

Gli Abstract, in forma anonima, dovranno essere in italiano e inglese, avere una lunghezza compresa fra le 400 e le 600 parole ed essere corredati da 3 a 5 parole chiave in italiano e inglese. Gli Autori dovranno fornire insieme all’abstract un breve profilo biografico (massimo 200 parole) in un file separato. Dopo l’eventuale accettazione dell’abstract, per la predisposizione del manoscritto si dovrà fare riferimento alle Linee guida per gli autori disponibili sul sito.

Date importanti:

  • Invio degli abstract: entro il 14 marzo 2022. PROROGATO AL 21 MARZO 2022
  • Valutazione degli abstract pervenuti e comunicazione degli esiti ai proponenti: entro il 4 aprile 2022
  • Invio manoscritti per gli abstract accettati: entro il 2 maggio 2022

Per informazioni scrivere a: dsu.redazione@iuline.it